2024-03-04 | |
Nell'epoca in cui la diversità è un tratto distintivo che arricchisce il tessuto sociale, la moda diventa il palcoscenico perfetto per celebrare la multiculturalità, promuovere l'inclusione e onorare l'artigianalità manifatturiera. Durante l'ultima edizione della GX Fashion Week 2024, tenutasi lunedì 26 febbraio 2024 a Milano, presso Palazzo Emilio Turati, capolavoro che si erge in Via Meravigli, questi valori sono emersi con forza, trasformando le passerelle in manifestazioni di creativi successi. L'evento non è stato solo un'esposizione delle ultime tendenze di design, ma anche una celebrazione di molteplici identità che compongono il mondo contemporaneo.
Designer provenienti da ogni angolo del globo hanno portato con sé influenze uniche, tessendo storie di tradizione ed innovazioni. Ciò che ha reso questa Fashion Week ancora più significativa è stata la sua enfasi sull'inclusione. Modelle di diverse nazionalità, sono state protagoniste indiscusse delle sfilate, rompendo gli stereotipi e dimostrando che la bellezza è veramente universale. Le passerelle sono divenute riflessi autentici della società, dove ogni individuo ha trovato spazio per esprimersi e sentirsi rappresentato. L'artigianalità manifatturiera è stata anch'essa valorizzata e celebrata. Mentre il mondo della moda spesso si rivolge alla produzione su larga scala, questa GX Fashion Week ha posto l'accento sul lavoro artigianale, riportando l'attenzione su tecniche tradizionali e materiali pregiati. Gli abiti esposti si sono rivelati punte di forza delle maestrie artigianali messe in campo da ogni stilista, ciascuno rappresentando il proprio creatore attraverso dettagli ricercati e lavorazioni impeccabili.
Ogni pezzo si è tradotto in un tributo alla dedizione, al gusto ed alla raffinata ricerca. “La nostra visione per questa Fashion Week è stata quella di creare uno spazio autentico dove la diversità fosse celebrata in tutte le sue forme. Volevamo rompere gli schemi tradizionali ed offrire una piattaforma inclusiva in cui ogni persona, indipendentemente dalla provenienza, si sentisse accolta e rappresentata”, dichiara Gentiana Dervishi, organizzatrice, punto di riferimento ormai per big di settore, “Abbiamo lavorato a stretto contatto con designer e modelli provenienti da svariati Paesi, dotati di una vasta gamma di background culturali, spingendo sul concetto di ricchezza sui contenuti tessili e sui modelli sdoganati. L'artigianalità è stata al centro della nostra Fashion Week. Abbiamo cercato di valorizzare il lavoro degli stilisti che hanno partecipato, mettendo in mostra le loro abilità ed il loro impegno per la qualità e l'attenzione ai dettagli. Volevamo dimostrare che la moda può essere sia bella che etica ed in questo abbiamo promosso tali suddetti contenuti incontrovertibili. Una delle sfide principali è stata saper osare, puntando su designer di assoluto pregio e valore. Il nostro evento ha ispirato le persone ad abbracciare il lavoro artigianale che, con forza, rimane uno dei capi saldi dei miei ideali di moda. Il mio intento deve tradursi in un catalizzatore per un cambiamento positivo nel settore della moda, spingendo verso una maggiore inclusione e sostenibilità ed in questo continueremo a lavorare. Vogliamo dimostrare, come ormai facciamo da anni, che è possibile combinare etica e creatività, sperando che la nostra organizzazione faccia da stella polare al mondo che più amo: la moda”, conclude Gentiana Dervishi.
La designer che ha aperto la serata con i propri capolavori in passerella è stata Margarita Kola, albanese con 30 anni di esperienza, la quale inizia la propria carriera fin da piccola, figlia d’arte, provenendo da una famiglia di sarti e crescendo tra forbici, ago e filo. All’età di 22 anni si trasferisce in Grecia, ove subito inizia a lavorare per i grandi stilisti, nel settore produttivo ed i suoi lavori si sdoganano in tutto il mondo. Negli ultimi cinque anni ha aperto un proprio atelier in Grecia sotto il brand denominato “Atelier Margot”, specializzato in abiti da sposa e da sera, continuando anche a produrre per altri colleghi stilisti e designer. Vive in Italia da poco tempo, eh ha trasferito il suo brand a Cuneo, ove vive ed ha già ha aderito a precedenti sfilate di Aps Showteam.
Nelle sue collezioni si ispira alla forza interiore in tutti i più svariati intendimenti. Michele Umberto Perrera, brand Sartoria Perrera è uno stilista che ad oggi ha 70 anni di esperienza, ove da decenni è affermatissimo ed apprezzato in tutto il mondo. Le sue opere sartoriali hanno riscosso successo e consensi. Partecipa al Festival della moda a Sanremo nel 1968. Nel 1971 annovera l’invito ad associarsi all’”Accademia dei Sartori di Roma”, realtà nata nel ‘700. Dal 1974 in poi si conferma punto fermo per le sfilate annuali svolte presso il Teatro Regio di Torino. Da 50 anni confeziona anche abiti da donna. Gli anni ‘80 e ‘90 sono per lui fonte di ricerca sartoriale, i cui riconoscimenti lo identificano tra i promotori delle nuove a sofisticare tecnologie innovative che inizia a sdoganare dal 2000 in poi. Da qui scrive e disegna una pubblicazione denominata “Trattato per le Sartorie”, capolavoro divenuto virale in tutto il mondo, le cui tecniche sartoriali contenute vengono apprezzate nei salotti più influenti del settore. Il Cav. Perrera è specializzato nell’ideazione, la realizzazione ed il confezionamento di abiti di altissimo livello sia per l’uomo che per la donna. Nel 1970 si classifica secondo all’allora rinomatissimo concorso “Forbici d’Oro”, conseguendo il premio denominato “Il Centimetro d’Oro”.
Fa parte dell’Associazione organizzatrice dell’evento ed i suoi preziosi consigli fanno trasparire solida qualità. Ha partecipato a tutte le GX Fashion Week degli ultimi 5 anni.
Ketty Nuñez, brand Kenu, è una stilista che fin dall'infanzia ha scoperto il suo talento verso l’amore per l'arte. Si è ispirata fin da subito alla propria città natale, Cartagena con le sue meravigliose spiagge, costruita in stile coloniale. Alla stilista piace come definizione “è come vivere in un museo”. L'arte è presente ovunque e vi sono numerosi negozi tessili per tradizione, dettaglio che le ha reso più facile avere il primo contatto con la passione per il cucito. Ketty ha sempre desiderato di voler disegnare e realizzare abiti di alta moda e fin dai tempi del liceo ha deciso di intraprendere l’indirizzo che la vedrà sei anni dopo affermarsi come sarta. Ma è stato molto tempo dopo aver studiato storia all’Università di Cartagena e pedagogia all’Università di Zurigo in Svizzera, che ha deciso di tornare al design al fine di affermarsi nel mondo della moda.
Kenu è il suo brand e fin dagli esordi rappresenta l'eleganza e il buon vestire in Svizzera. Un mix di tagli classici ed eleganti con un tocco di stravaganza e femminilità.