2023-10-20 | |
Il settore alberghiero guarda positivamente alla scorsa stagione estiva ed è ottimista per i prossimi mesi invernali.
Gran parte delle strutture ricettive svizzere è soddisfatta dei fatturati realizzati nei mesi estivi, perlopiù superiori rispetto all’anno scorso. Anche le previsioni per la stagione invernale sono ottimistiche. Gran parte degli intervistati prevede di riuscire a mantenere il livello della stagione record 2022/23. Le prospettive positive sono offuscate dalla persistente pressione dei costi, dalle difficoltà nel reclutamento di apprendisti e dalla carenza di personale qualificato in generale.
Se lo scorso anno le aziende intervistate hanno registrato una ripresa costante, nell’ultima indagine di HotellerieSuisse, la stragrande maggioranza delle aziende dichiara di aver conseguito nella stagione estiva 2023 un fatturato superiore al 2022. Pertanto, la crisi è definitivamente superata e il settore è tornato in crescita.
Già nella stagione estiva 2022, in Svizzera il numero di bed night ha quasi raggiunto quello del 2019, l’ultima stagione estiva prima della pandemia. Ora la maggior parte delle aziende segnala un aumento del fatturato rispetto alla stagione estiva 2022, superando per la prima volta anche il livello precrisi anche d’estate, con una quota elevata soprattutto in città: il 65% ha incrementato il fatturato rispetto all’anno precedente. Ciò dimostra che la ripresa è arrivata anche nelle aziende di città, particolarmente colpite dalla pandemia.
Per quanto riguarda la stagione invernale, la crisi è stata superata già nella stagione record 22/23. Molto positivo è il fatto che attualmente la maggior parte delle aziende prevede di generare nella prossima stagione invernale un fatturato simile a quello della stagione record di un anno fa. Il 30% si aspetta addirittura di fare ancora meglio dell’anno precedente. Meno della metà (14%) si aspetta una contrazione. Un dato degno di nota, visto che la stagione invernale 22/23 – in termini di bed night – è stata comunque la migliore del secolo.
I fatturati sono tuttavia solo un lato del conto economico. Dall’altro, aumentano i costi per il settore. Per garantire l’elevata qualità dei loro servizi a lungo termine, per molte aziende è quindi inevitabile aumentare i prezzi. Una netta maggioranza ha aumentato i propri prezzi rispetto all’anno precedente. Così, una parte dell’aumento dei costi di energia, personale e rincaro per inflazione generale viene trasferita alla clientela.
Trovare apprendisti è difficile soprattutto per le aziende delle regioni alpine. Più della metà degli intervistati (56%) provenienti da regioni montane ha dichiarato che il reclutamento rappresenta una sfida. Anche nelle città un’azienda su quattro (24%) ha difficoltà nella ricerca di talenti. In tutte le regioni, più di un terzo delle aziende formatrici ha dichiarato di non essere riuscito ad assegnare tutti i posti di apprendistato previsti per l’inizio in agosto 2023. Non sorprende che gli intervistati considerino la carenza di personale qualificato la massima sfida per il settore.
La formazione professionale di base e quella superiore sono la principale fonte di personale qualificato e dirigenziale per il settore alberghiero. È in questi percorsi che le/i giovani imparano ogni aspetto del loro mestiere, in una costante interazione tra teoria e pratica. È quindi fondamentale che la formazione professionale resti attrattiva, in particolare nel confronto con il percorso diffuso a livello internazionale, che passa per le scuole di formazione generale e quelle universitarie. In questo contesto, HotellerieSuisse chiede che sia attuato sistematicamente il riconoscimento paritario della formazione professionale e dell’istruzione generale nella società e nella politica, come previsto nella Costituzione federale.
L’indagine è stata condotta da HotellerieSuisse dal 29 settembre al 3 ottobre. In questo periodo, circa 180 socie e soci hanno risposto a varie domande sulla situazione attuale.